Giungo sul pianeta Terra in primavera, in Romagna, terra celtica in mezzo al mare e alle colline, con la grandiosa Foresta Casentinese poco lontano, luogo ancestrale di energie naturali ed occulte. La mia Terra di Mezzo, dove facile è sentirsi in bilico fra visibile ed invisibile, incantarsi ad esplorare i calanchi, ricaricare la forza vitale sulla spiaggia fra conchiglie e mare. Sono un’Anima antica e ricca di sapere, ma l’inizio mi ostacola nel recuperare questa consapevolezza.
Nasco di notte, frastornata ed indecisa. Esco dal canale del parto di sedere con la testa volta all’interno, come se non volessi abbandonare il mio luogo di vita, dove mi ero abituata a risiedere, e che mi aveva dato la forma umana.
Sembra che la nascita podalica (la nascita di sedere vi rientra) sia un rifiuto di entrare sulla terra, un rifiuto verso il luogo che ci aspetta. Chi nasce podalico teme la vita e quello che dovrà affrontare.
Cosa è successo in quel calderone alchemico, detto ventre materno, da spingermi a rifiutare il viaggio nel canale dell’utero?
Ho sempre pensato che buttarsi di testa, a capofitto, richieda molto coraggio e una fiducia assai elevata, forse per questo sono uscita di sedere.
Me lo sono domandato spesso come mai sono nata in questo modo particolare, che per alcuni è anche indice di fortuna. Mi vedo piegata su me stessa con la testa e le braccine spinte verso il dentro della mamma, mentre il peso del sedere mi fa cascare fuori.
Grazie ai nove mesi trascorsi con lei sapevo che era triste e spaventata, mi sentivo in pericolo, ma ovviamente non sapevo come evitarlo. La Mamma è una divinità che dà la vita e la mantiene con forza e gioia.
La mia divinità aveva dei problemucci a sentirsi tale.
Lei non si sentiva divina e non mi ha fatto sentire tale.
Era una donna in fuga da se stessa, dalla tristezza avuta in dotazione non solo dalla madre, ma anche dalla sua nonna materna.
La Tristezza di mia mamma ha influenzato molto la mia vita, e non solo la mia. Anche io ho trascorso tanti anni in fuga dalla sua tristezza.
Con lei non si stabilì un legame profondo e questo è un aspetto che non può essere ignorato, poiché si riflette sulla vita affettiva dell’intera esistenza.
Dei miei primi anni di vita mi ricordo poche cose, quella più impressa è il mio pastore scozzese Kim, dagli occhi dolcissimi ed un’espressione nel muso di amore incondizionato. Esso è vissuto in simbiosi con me per tre anni ed è grazie a lui che ho sperimentato amore e protezione. Essere allevate e sostenute a livello affettivo da un cane invece che da un umano ti rende molto più sensibile, istintiva, e sicura di te stessa, poiché al mio Kim, io andavo bene così come ero, qualsiasi cosa facessi, cosa che con una mamma ed un papà tipici occidentali, non è possibile.
Questo, secondo me, è quello che mi ha salvata la vita. In questi primi tre anni sono sicura che non ce l’avrei fatta se non ci fosse stato lui.
Poi a tre anni nasce mia sorella, cambiamo casa e mi danno via il cane, la mia mamma putativa, la mia fonte di amore e di sicurezza. Subisco tre eventi catastrofici senza che nessuno si preoccupi di rassicurarmi e consolarmi. Il dolore è talmente intenso che poco dopo mi tolgono adenoide e tonsille perché infiammate, secondo i medici che non erano in grado di vedere un bimbo nella sua interezza e complessità.
E un anno dopo un virus mi blocca le gambe, che smetto di muovere.
Lì mi ricordo mia mamma in ospedale che mi sta vicino.
Mi danno il cortisone, e guarda un pò, cortisolo e stress sono diventati poi uno degli argomenti ricorrenti nei miei studi, e guarisco.
Alle elementari vado dalle suore dove vedo esempi di ingiustizie e di violenza giornalieri, non su di me, o almeno poco su di me, molto sui bambini più bisognosi, quelli più poveri e meno seguiti dai genitori.
Tutto questo mi forma in profondità, mi crea una specie di missione affettiva, che esploderà molto più avanti negli anni: denunciare i soprusi e le ingiustizie che vengono perpetrati sui più deboli, bambini ed animali, usando la mia forza per proteggere e non per ferire.
Sono vissuta in una famiglia molto benestante e colta, con risorse materiali, e di questo sono assai grata ai miei genitori, che non solo non hanno mai fatto mancare nulla, ma non lo hanno mai rinfacciato.
La mia famiglia è sempre stata composta da mamma, babbo, nonna paterna, sorella Simonetta, io e una donna di servizio in pianta stabile.
Eravamo tante e tolto mio padre, tutte femmine.
Tutte femmine e tutte piuttosto inquiete ed infelici, quello che se la passava meglio era mio padre, arrogante e sicuro, viveva nel suo mondo, dove non amava essere troppo disturbato.
I miei genitori come coppia non erano felici, mio padre voleva comandare, mia madre non riusciva ad impedirlo. Era stata obbligata a vivere con la suocera con cui non andava d’accordo e a cui aveva ceduto la prima figlia, io. Infatti di mia nonna mi ricordo un sacco di cose.
Una grande narratrice di favole, e amante dei film, con lei ho vissuta immersa nel mondo dell’immaginazione, ma mi sentivo più una sua compagna che una nipote. Poi come ho saputo leggere sono arrivati i libri, che sono stati per decenni e decenni, il mio alter ego, la mia famiglia vera, dove trovavo rifugio e consolazione.
In caso ero considerata geniale e ribelle e questo piaceva soprattutto a mio padre, con cui peraltro non andavo per niente d’accordo. Questo riconoscimento da un lato mi ha dato molto, dall’altro mi ha impedito di contattare le mie parti più delicate, tenere, vulnerabili. Pertanto sono entrata nel mondo adulto completamente sbilanciata e impaurita.
Dentro di me sentivo di non essere così forte e capace come si ostinavano a vedermi in famiglia.
Frequento il liceo classico, per andarmene di casa mi sposo a 19 anni, con un ragazzo specchio di tutto il dolore che mi portavo dentro.
Infatti come coppia non andiamo per niente, nasce mia figlia Giulia a 24 anni, e come mamma sono veramente inconsistente, e lei ne soffre tanto, anche se siamo entrambe aiutate da una grande tribù di nonne, nonni, zie. A trenta anni la mia vita cambia radicalmente: mi iscrivo a psicologia, dove mi sembra di essere ritornata finalmente a casa. Gli studi scientifici e filosofici, i professori, gli studenti sono un mondo meraviglioso dove sto benissimo. Mi laureo con trenta e lode con una tesi sperimentale sulla mente e il cancro ed inizio a lavorare in oncologia, in psichiatria come tirocinante e in studio. Tutto mi riesce facile, con le persone creo un legame naturale e amo il mio lavoro. Nel frattempo mi specializzo in sistemica-relazionale, diventando poi anche docente della scuola dove mi specializzo. Nel frattempo mi separo e risposo con quello che ho sempre sentito come l’uomo della mia vita, Maurizio.
Con lui faccio mio figlio Lorenzo e visto che anche Maurizio aveva già un altro figlio, Edoardo, ci ritroviamo con una grande famiglia di ben tre figli, che non sappiamo gestire affettivamente molto bene.
Anche noi eravamo degli pseudoadulti, cioè grandi come corpo ed età, ma infantili e bisognosi come atteggiamenti emotivi. La vita ci ha insegnato tanto, ma il modo di apprendere mio e di Maurizio è stato completamente diverso.
Un altro elemento fondante della mia esistenza è stato il ballo, che mi ha fortificato la schiena, alleggerito il cuore, e resa più aggraziata nel movimento. Mi ha spinto alla leggerezza, io che ho sempre avuto molta pesantezza dentro di me. Pesantezza di cui mi sono presa cura veramente solo negli ultimi sette anni.
A livello lavorativo faccio tantissime cose: sono psiconcologa, mi formo in Medicina Cinese che studio per quattro anni alla Scuola Tao, e nel respiro circolare. Mi specializzo in EMDR e sui traumi a t piccola, quella vissuti durante l’infanzia, partecipo alla creazione di un progetto del comune di Forlì assai interessante: Progetto Cicogna, ovvero la prevenzione delle patologie nell’infanzia, in base ad un programma psicoeducativo su cosa significhi avere un figlio, creato per le donne in gravidanza. Qui entro nello studio della Teoria dell’Attaccamento e comprendo quanti errori e sofferenze ho provocato ai miei figli senza essermene resa conto. Seguo i corsi di Medicina Integrata del dottor Rudiger Dahlke, a Montegrotto, dove si studia non solo teoria, ma si fa esperienza dell’Acqua, nella splendida piscina termale dell’albergo. Seguo i seminari dell’Istituto di Scienze Cognitive approfondendo i miei temi di elezione: la deprivazione affettiva e i traumi infantili, la dissociazione e i suoi vari livelli, il trauma e il corpo. Grazie a tutto ciò ho creato un mio metodo energetico-emotivo, che ho chiamato Fingers Voice Style, che consta di cinque tecniche energetiche collaudate ed estremamente efficaci, che insegno durante l’anno nei cinque Seminari Fingers.
Nel frattempo apro la mia vita al Risveglio del Femminile, con il Risveglio della Lepre, della Fenice e del Drago, attività seminariali molto potenti e diverse dalla mia solita attività lavorativa. In questo percorso, per diversi anni, sono affiancata da una donna dai capelli rossi e un’energia dirompente, Barbara, che mi insegna tanto e tanto mi fa cambiare.
Inoltre curo la mia parte artistica e nel 2005 inizio a scrivere la saga di Aristocratica de Fointeinbleu, che comprende cinque libri, di cui sto terminando il primo. Parla di una Compagnia di persone molto particolari che affronta avventure incredibili in vari luoghi del mondo alla ricerca dei tredici simboli lunari per risvegliare le coscienze.
Nel frattempo pubblico il mio primo saggio Luna-Corpo- Amore con Anima edizioni e sto scrivendo il secondo saggio che parla di come, recuperando la memoria, si possano andare a risanare le parti traumatizzate, recuperando energia, coraggio e spontaneità, andando alla ricerca del proprio futuro perduto.
Miglioro come mamma, ascolto e guardo i miei figli con amore veramente sentito, reale, senza aspettative, o almeno riducendole il più possibile, cercando di essere disponibile, rassicurante, gioiosa e di esempio. Sono orgogliosa di loro.
Nel frattempo studio francese, con l’intenzione di iniziare il cinese o il russo, appena posso viaggio sola o con i miei figli e nipoti, perché sono anche diventata nonna di due splendidi maschietti. Introduco una ricorrenza familiare strepitosa che i figli adorano: un viaggio all’anno con mamma e figli, a cui a volte si aggiungono mia sorella e suo figlio Pietro.
Curo con amore la mia casa e il giardino: piante officinali, cespugli di piante colorate, ortensie, begonie, piante grasse, una di capperi, le rose e tante altre piante. Un grande albero di magnolia. Le amo tutte e loro lo sentono, sanno di essere fondamentali per la mia esistenza. Mi dedico alla spiritualità invocando e recitando i miei desideri e i mantra che li possono sostenere.
Riconosco alla Natura e ai suoi elementi il ruolo fondamentale che essi hanno per la vita di tutti noi. Accendo candele e bracieri, guardo il cielo e la Luna e cerco di connettermi, di entrare in sintonia.
Amo tutta la mia grande tribù, la mia famiglia allargata ed estesa, e la splendida gatta Penelope, membro fondamentale nell’ esistenza mia, di mio figlio Lorenzo e di mio marito. Tutti i miei familiari hanno gatti e cani nella loro esistenza. Negli ultimi anni io sono molto interessata ed affascinata dagli uccelli, in particolare dai rapaci.
Mi sono fatta tante domande e ho cercato tante risposte, la mia Anima mi ha sempre aiutata a mantenere la direzione. Come ha scritto Clarissa Pinkola Estes mi sento una grande nave da oceano, non fatta per sostare nel porto, ma per andare incontro alla vita, solcando acque di tutti i tipi, incontrando cieli e climi diversi, ma decisa ad andare alla fine del mondo e oltre.
Cercate l’Amore dentro di voi e nella vostra vita ovunque e siate grati.