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  • LA FORZA DI CENERENTOLA: un grande processo di consapevolezza

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    Cinzia Contarini

    COLEI CHE ESALTA SE STESSA

    La fiaba dei Grimm è molto diversa dalla favola di Walt Disney. Durante il seminario Cenerentola e i campi morfogenetici. Energia femminile connessa, che si terrà domenica 16 febbraio presso il Puntodonna a Forlì, lavoreremo sulla fiaba dei Grimm.

    In questa storia i coprotagonisti di Cenerentola sono un uccello e il ramo di nocciolo, attivati dalla costanza di Cenerentola. Tre volte al giorno essa li evoca e li contatta sulla tomba della propria madre. La tomba le dà la forza, il ramo di nocciolo le apre il portale, e l’uccello esaudisce tutti i suoi desideri, pertanto questa fiaba insegna in maniera precisa ed approfondita l’importanza della volontà per aiutare se stessi.

    L’importanza della volontà per lavorare sui propri desideri.

    Cenerentola, quando si reca sulla tomba della madre, esce dalla realtà ordinaria per entrare nella realtà straordinaria evocata dalle sue emozioni.

    Infatti le emozioni, se ben utilizzare, servono per spegnere la mente ordinaria e per connettersi alla propria Anima.

    Cenerentola, con queste azioni specifiche, rinforza la sua immaginazione e rende così la sua mente più energica e più espansa, capace di affrontare le difficoltà della vita.

    Sulla tomba, con l’uccello e il ramo di nocciolo, Cenerentola diventa la signora della forgia, ovvero tempra il suo acciaio, prepara il suo terreno coltivandolo e fertilizzandolo, indipendentemente dagli ostacoli che incontra sul suo cammino.

    Lei sa di avere un grande obiettivo, che, come tutti i grandi obiettivi, riguarda la trasformazione del proprio piombo in oro.

    Lei decide di essere una principessa e non di voler sposare un principe.

    Ormai si sa che la materia non è sostanza oggettiva, ma è immagine – apparizione e le emozioni fanno da ponte fra la visione e la materia e il corpo, convincendo la materia a trasformarsi in ciò che si desidera.

    Cenerentola su quella tomba lavora sulle sue emozioni per plasmare la sua realtà.

    La realtà non è sostanza oggettiva, ma è immagine, sogno, e tu ne sei sempre la protagonista. Questo è l’unico modo per uscire dallo stadio della vittima, dove vedi la realtà come concreta, oggettiva e indipendente dalla tua forza immaginativa e visionaria, e così ne soccombi.

    La realtà è il campo morfogenetico colmo di un’incredibile varietà di informazioni.

    Sta a te lavorare su queste informazioni, recuperando la forza per desiderare.

    In questa società carente di energia sessuale, non si è compreso che essa serve per plasmare la realtà ed ottenere la soddisfazione, il sesso ne è solo un piccolo aspetto e ovviamente non è il più importante.

     

    VAV

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