Mercoledì 5 febbraio ore 17.30
presso Macrolibrarsi Store,
via Emilia Ponente 1705 – Cesena
Cenerentola non è la fanciulla sottomessa e fortunata che ti sei abituato a credere.
È una femmina potente molto attiva strettamente connessa al divino che tu hai dimenticato.
Una parte della fiaba che è stata completamente obliata è l’inizio della sua storia. Essa chiede al padre (come Belle ne La Bella e la Bestia, la rosa) di portarle un ramo di nocciolo. La fanciulla lo pianta sopra la tomba della madre, dove prega in modo attivo e fiducioso, in compagnia di un uccellino bianco, l’uccellino dei desideri.
Il nocciolo è un albero molto connesso con l’energia del femminile, dei sogni, dei desideri e dei passaggi multidimensionali. Nell’antichità era considerato simbolo di saggezza, comunicazione e guarigione. È di nocciolo il bastone di Asclepio, oggi simbolo della medicina. Per i celti il nocciolo è l’albero della conoscenza, collegato alle facoltà sensoriali e mentali. Per lunghissimo tempo è stato l’albero impiegato per entrare in contatto con gli spiriti buoni della natura e per sognare.
Ti ricordo che Eudamonia significa “essere in compagnia di un buon Spirito Guida”.
Quindi possiamo dire che Cenerentola praticava attivamente l’Eudamonia, ovvero comunicava con degli spiriti guida per affrontare delle fasi estremamente difficoltose della propria esistenza. Essa credeva, senza alcun dubbio, nella realtà multiforme e multidimensionale ed è per questo che è riuscita a creare delle possibilità completamente al di fuori della realtà ordinaria che viveva.
Il suo campo morfogenetico, grazie alla sua attività energetica, era posto ad un livello vibrazionale molto più alto della vita domestica che conduceva, insieme a donne che la osteggiavano e la criticavano e a un padre che non la proteggeva.
Ma lei non si è mai sentita vittima delle circostanze ma operatrice convinta ed entusiasta della propria felicità.
La cenere da cui proviene il suo nome Cenerentola suggerisce il colore grigio, il colore della nebbia, ma anche della fatica e della disillusione. Questo però è solo apparenza, il grigio corrisponde anche all’argento, scintillante colore della Luna, della magia, della trasformazione. Sotto la cenere arde una fiamma che in Cenerentola non è mai stata spenta.
Questa ardimentosa fanciulla è collegata anche a una delle divinità più potenti del pianeta, la Grande Madre Ecate. Il suo nome significa “la distante”.
È figlia di Asteria, una dea stellare ed è regina di Cielo – Terra – Mare.
Essa è la Dea dei passaggi pericolosi e precari e quindi è la Dea dei Portali e Cenerentola è esperta nell’aprire portali trasformativi e visionari.
Ecate è profondamente collegata all’idea di potere: potere magico. Le parole di potere sono gli incantesimi, che la fanciulla richiama nella sua vita.
Il termine egiziano Heka significa “ciò che rende attivo il Ka”, indica il dare valore ad un intento, talmente tanto che gli effetti si manifestano immediatamente.
Cenerentola, pregando ed invocando gli Spiriti Guida sulla tomba della madre, dà valore ai suoi intenti, credendoci talmente tanto da manifestare velocemente nella sua esistenza i suoi sogni.
Ecate ha anche il ruolo di custode della ricchezza e delle benedizioni della vita. Zeus le fece l’onore di lasciarle l’antico potere di donare o di negare ai mortali i loro desideri.
Invocare Ecate per i propri sogni e desideri, credere in queste divinità enormi che sono state messe all’angolo ma non per questo sono meno istintive ed innate in noi, modifica ed eleva il campo vibrazionale, attivando risorse, poteri, intuizioni, possibilità che altrimenti rischiano di restare per sempre sprecati in una vita sottomessa, priva di immaginazione e risorse.
VAV
Il seminario si terrà il 16 febbraio 2020 a Forlì presso il Puntodonna.